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La mia professoressa di Devitalizzazioni mi guardava dritto negli occhi:
“Palmas, se ti sei laureato devi dirmi grazie”.
A mala pena riuscivo a sostenere il peso di quelle parole.
All’epoca ero timido e introverso,
mai sarei riuscito a rispondere a un affermazione del genere. Specialmente il giorno della mia Laurea.
Me ne tornai al mio posto tra i primi posti della platea in silezio, senza dar troppo peso a quelle parole.
Quello che la mia professoressa non poteva sapere era che, quello che per molti Laureati Dentisti è il piano A (studiare e lavorare dentro allo studio dentistico di Papà) per me non era altro che il piano B, a dire il vero, non avendo un padre dentista, mai avrei potuto iniziare un “MESTIERE” che si tramanda quasi di generazione in generazione. Come se fosse una casta.
Proprio così… Ero un anti-sistema, anti-casta fin dai tempi dell’università.
Fin dai primi anni di università non mi sono mai riuscito ad immedesimare nel fare una attività con le spalle coperte da qualcun altro.
Farmi una “CLIENTELA” come ci insegnavano a certi corsi di marketing per dentisti, iscrivendomi al Golf Club di zona, oppure frequentando Associazioni Sportive per coltivare i cosiddetti “amici”, poi da portare su una poltrona dentistica per spillargli i soldi. Questo era l’ultimo dei miei desideri.
